Torna ogni anno alla fine di novembre ed è sempre sulla bocca di tutti quando arriva: il Venerdì Nero. Ha davvero senso questo periodo di grandi promozioni?
Ma da dove viene?
L’origine del Black Friday è legata ad una tradizione americana: il Thanksgiving. Si svolge il venerdì successivo al Giorno del ringraziamento e fu ideato dai grandi magazzini Macy’s nel 1924 per dare ufficialmente il via allo shopping natalizio.
Diverse spiegazioni danno a questo venerdì il suo colore nero: ingorghi sulle strade dopo il Thanksgiving, straordinari per gli agenti di polizia americani o l’opportunità di uscire da bilanci negativi (in rosso) e riscrivere cifre positive (in nero).
Il fenomeno è stato importato in Europa negli anni 2010, principalmente dagli e-commerce che hanno ripreso il concetto di offerte flash in quel giorno. Quindi è comprensibile per tutti: niente di culturale dalla nostra parte dell’oceano.
Un impatto discutibile
Il Black Friday è diventato sempre più popolare in Italia negli ultimi anni, battendo i successivi record di vendita. Da una ricerca di PwC, quattro italiani su cinque dichiarano di voler acquistare durante questa settimana.
I settori che spingono di più sono: la tecnologia e la moda. Eppure, ci vogliono 70kg di materie prime per fabbricare uno smartphone o 11.000litri d’acqua per un paio di jeans.
Ci rendiamo conto che questo improvviso incentivo a consumare di più (beni di cui abbiamo davvero bisogno subito?) ha effetti diretti sull’ambiente. Soprattutto perché nel 2017, il 70% del commercio legato al Black Friday era in consegna. Ci basti pensare che tutte quelle volte che clicchiamo sul pulsante compra di un e-commerce, un camion si accende.
Inoltre, l’Italia detiene il secondo posto europeo (dopo la Germania) per morti causate dallo smog. È quanto emerge dall’analisi dell’Agenzia europea dell’ambiente (Aea) che presenta stime aggiornate su come tre inquinanti (particolato fine, biossido di azoto, ozono troposferico) hanno influito sulla salute degli europei nel 2019.
“Sogno un altro mondo”
In risposta a questo fenomeno, sono emerse alcune iniziative “super cool” che ci incoraggiano a fare un passo indietro e a ripensare a come consumiamo.
- Altro nome in codice: Giornata mondiale della generosità e della solidarietà. Nato negli Stati Uniti. È diventato rapidamente internazionale in più di 100 paesi.
- Scopo: celebrare e incoraggiare la donazione. Di cosa? Di tempo, denaro, oggetti, cibo, sangue e abilità.
- Nato a Manhattan lo swapping (‘swap’ vuol dire letteralmente scambiare, barattare) è l’ultima tendenza in fatto di moda che consente di fare shopping gratis e di non sprecare ciò che viene acquistato.
- Un nuovo modo di fare acquisti, abbattendo i costi ma senza rinunciare allo stile. La parola d’ordine ora, anche nella moda, è diventata RIUSO!
Nato nel 2017 in Francia come forma di protesta contro il consumismo sfrenato previsto per il Black Friday, il “venerdì verde” è stato ideato con l’intenzione di sensibilizzare i consumatori e si basa su:
- L’identità: un collettivo di aziende francesi contro il Black Friday a cui molte italiane di anno in anno vi si aggiungono.
- Il grido di battaglia: insieme, riprendiamoci il potere d’acquisto
- Una visione: le marche hanno un ruolo da svolgere contro una produzione eccessiva e irragionevole. Chiedono alle aziende di produrre meglio e ai consumatori di… consumare meglio!
Riflettori puntati su 3 marchi che ci ispirano
- Back Market per i prodotti Tech 🚀 Rendono i prodotti rinnovati sexy e accessibili. Cosa pensano del Black Friday? Che semplicemente, da loro non esiste.
- Green Chic per la Moda 👕 Rivedere i propri acquisti! Un progetto partecipativo dove ridare vita al guardaroba, diminuire i consumi di risorse e risparmiare anche a livello economico.
- La saponaria per la cosmesi🧴 Cosmetici biologici, filiera solidale e prodotti fatti a mano. E nel loro blog puoi scoprire tante ricette per l’autoproduzione di cosmetici naturali, ecco qui. Ed è veramente forte.
E la mobilità?
Il Black Friday non ha risparmiato la mobilità, soprattutto quella condivisa, e spesso vedrete passare delle promozioni con scritto: “XX% di sconto, prendetelo subito!”.
Ma dovrebbe essere abbastanza chiaro a questo punto dell’articolo, noi di Cityscoot ci interroghiamo sul significato di questa improvvisa imposizione a consumare e sui suoi effetti diretti e indiretti. Quindi passiamo e facciamo un passo indietro. Tutto questo significa che non faremo mai un promo? No, ma non la faremo mai in questo modo.
Diciamo che cerchiamo di essere più smart di così.
Il cuore della nostra missione è offrire a tutti un’alternativa al possesso di uno scooter individuale (spesso termico). Per una città più pulita, più tranquilla, più logica 🔃 In breve, più smart!
Lo sapevi? A seguito della Conferenza Nazionale Sharing mobility, oggi il 95% dei cittadini vuole servizi di prossimità, mentre l’89% considera l’inquinamento quando si sposta: siamo, insomma, di fronte a una grande trasformazione della mobilità.
Smart!
E dietro le quinte? In Cityscoot, utilizziamo veicoli elettrici per le nostre operazioni e ci ricarichiamo interamente di energia verde. Più globalmente, l’azienda è firmataria del Climate Act per misurare e ridurre realmente la sua impronta di carbonio.
Quindi tutti insieme, brand e consumatori, facciamo un passo indietro e facciamo di questo venerdì uno Smart Friday.
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